Strahan è un sorridente paese che sorge sul Macquire Harbour. Situato a 40km a sud-ovest di Queenstown, è l’unica forma di vita della costa occidentale della Tasmania, rinomata per la sua natura selvaggia.
Questa mattina la sveglia suona, ahimè, all’alba. Dopo il mio primo pensiero della giornata “dovrebbe essere illegale svegliarsi col buio”, scendo a fare colazione nello storico salone da pranzo dell’hotel citato ieri.
Al sorgere del sole salgo in macchina e, dopo 40 minuti di guida nella stradina sperduta e piena di tornarnti che da Queenstown porta a Strahan, raggiungo la biglietteria per il check in.
Una delle migliori attività da svolgere in zona, infatti, è una crociera sul famoso Macquire Harbour.
Quest’ampia baia è stata scoperta nel XIX secolo e l’area era inizialmente inaccessibile sia via mare che via terra.
La compagnia che ho scelto per questa rilassante crociera di quasi 6 ore è la World Heritage Cruises, una compagnia a gestione famigliare e molto accogliente.
Iniziamo navigando verso Cape Sorell, dove sorge un faro che designa la fine della baia e l’inizio dell’Oceano Antartico.
Continuiamo verso sud, passiamo vicino agli allevamenti di salmoni, tonni e trote e ci fermiamo a Sarah Island.
Qui scendiamo per una breve passeggiata alla scoperta di quella che una volta era la tanto famigerata isola-prigione dei galeotti inglesi.
È ormai ora di pranzo e viene offerto a tutti i passeggeri un ottimo buffet a base di prodotti locali e, per fortuna, moltissime scelte vegetariane.
Nel frattempo imbocchiamo il Gordon River e iniziamo la risalita di questo famoso fiume.
La nave si ferma ancora e questa volta sbarchiamo direttamente nella foresta pluviale dove ci soffermiamo per una rilassante passeggiata nella foresta.
É ormai ora di tornare indietro e mi godo tutto il viaggio di ritorno seduta sul ponte del secondo piano, con vista sul fiume che si allontana pian piano.
Quello che mi ha stupito è che il colore di quest’acqua è, come lo definiscono loro, quello del tè.
Ciò è causato dall’enorme quantità di tannini rilasciati nell’acqua dalle piante. Inoltre i primi 5 metri d’acqua sono d’acqua dolce, i successivi sono d’acqua salata.
Una volta sbarcata faccio una breve passeggiata in paese con tanto di pausa-merenda da Benjo’s a base di succo di mele della Tasmania e di un hot cross bun al cioccolato.
La prossima tappa dista solo qualche chilometro ed ha il nome di Ocean Beach. Questa bianchissima spiaggia battuta da onde oceaniche, è lunga ben 33km e ho scoperto che è tristemente famosa per gli spiaggiamenti di balena.
Questa sera dormirò in un altro paese sperso nel nulla, quindi decido di fermarmi nel supermercato di paese a comprare del sugo per la pasta, visto che non so se ci sarà un posto dove mangiare stasera.
Ho scoperto quindi l’esistenza del “vombato di Pasqua”. Mentre noi durante il periodo pasquale troviamo conigli di cioccolato qui, invece, producono vombati di cioccolato. Giustamente il coniglio non esisteva in Australia e quindi hanno scelto un altro animale-icona australiano.
Valico monti rocciosi, attraverso foreste di alberi morti, foreste di felci e laghi vari.
Continua così il mio tragitto di due ore circa che mi porta fino alle sponde del Lake St Claire.
Questo grande lago è famoso per essere la fine dell’Overland Track che, da Cradle Mountain, sfida chiunque sia appassionato di trekking con i suoi 65km nella natura selvaggia della Tasmania.
Dopo una breve e rigenerante pausa, fatta osservando le ondine del lago che si infrangono sui ciottoli al tramonto, riprendo il mio tragitto verso la mia meta finale.
Lungo la strada un piccolo echidna inizia ad attraversare, così mi fermo e lo aiuto ad arrivare dall’altro lato senza farsi investire dalle macchine.
Dopo un’ultima mezz’oretta di strada giungo quindi a Bronte, che ve lo dico a fare, paesino isolato e disperso nel nulla.
Faccio il check in al Bronte Lodge, un simpatico e piccolo hotel arredato in stile montanaro (legno e camini ovunque), con tanto di biliardo e bar.
Niente wifi, niente ricezione telefonica, mi faccio una doccia e inizio l’impresa della cena.
Dotata di un bollitore elettrico per il caffè, mezzo kg di pasta e un barattolo di pomodoro, cucino la pasta in tre momenti diversi perchè tutta non ci sta…della serie Mcguiver mi fa un baffo!
Et voilà! Cena per tre servita…immancabile il pane per la scarpetta finale!
Scende il buio, mi affaccio dalla camera ed ecco un simpatico opossum che mi fissa. Visto che il cielo è limpidissismo e la via lattea si vede ad occhio nudo, decido quindi di approfittarne per scattare qualche foto in notturno con tanto di un paio di wallaby che brucano vicino a me.
Ed ecco un esempio degli scatti:
Clocca QUI per vedere il video della giornata!
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